domenica, maggio 11, 2008

Testi: Tramonto militare (1995)

Questo è un altro dei miei testi nato durante il servizio militare.
In particolare durante un campo in Sardegna a "Perdasdefogu"
dove simulavamo una situazione di guerra.

... Ecco "Tramonto Militare"




(Musica di Ivano Conti - Testo di Daniele Bottoni)

C'è un bagliore di poesia
che si perde e a tratti affiora
tra il verde cupo dei nostri abiti
e il suono cieco delle granate
C'è poco tempo per ricordare
forse è poco anche per pensare.
Ma in questo istante cerco i tuoi occhi
mi suggerisce il sole, che li rispecchia il mare.

E quel tramonto in cui mi trovo a camminare
Poi commosso a domandare di poterti amare
Incrocio il tuo sguardo tra le nuvole ed il mare
Mi brucia il pensiero di volerti rivedere


Restiamo immobili ad aspettare
un grido o un solo gesto per uscire
e il rosso canto di questa sera
fa più reale il nostro strano gioco
Ed è un momento di temporale
nel mio cuore, fuori, invece, c'è il sole.
Il mio paese è molto lontano,
la terra ha uno strano sguardo mentre cambia colore.

E quel tramonto ...

Non son sicuro di come sto
Certo stanco, oppure lieto,
non son sicuro di come sto.
Aspettami,
la fatica non la sento più
Fermati,
e col fucile in spalla
inciampando nella notte,
correrò da te.


In quel tramonto io mi trovo a camminare ...

Tramonto Militare è ascoltabile dal sito RdRock.it
cliccando sulla voce Rdrock Player




sabato, maggio 03, 2008

Rdrock Project: Tutto in una serata... Acustica

Ciao a tutti,
L'Rdrock Project che si è tenuto il 21 Aprile 2008 (vedi il precedente post) presso il locale Legend54 a Milano è stato un successo!!

Eccovi un personalissimo commento alla serata direttamente dalla "voce" di Ivano Conti (www.rdrock.it) ideaore ed organizzatore dell' evento.

"E il gran giorno è arrivato!
Da quanto tempo lo stavo preparando e quanto ci ho messo per farlo!
Anche se operativamente mi sono mosso solo a fine febbraio, saranno stati almeno 5 anni che avevo in mente l’Rdrock Project. Non sapevo bene in che forma, e con che risultato. Sapevo soltanto che volevo stare su un palco con degli amici che come me avevano l’esigenza di fare sentire la musica scritta da loro. E volevo degli amici che vivevano la musica per essere sé stessi. Il pubblico, poco o tanto che fosse stato, avrebbe capito e apprezzato questo aspetto. Ne ero certo! Col passare del tempo mi è stato chiaro che la modalità con cui i musicisti avrebbero dovuto esibirsi sarebbe stata in chiave acustica. Avevo in mente la chitarra acustica, perché immaginavo me stesso nell’istante in cui finisco di scrivere una canzone e la suono e la canto forse nella situazione più intima e più vera; volevo una cosa simile sul palco, perché ero curioso di vedere il confronto tra il rapporto con la propria musica e il gusto e l'attenzione dell’ascoltatore.
Ma il gran giorno è finalmente arrivato!
Nelle settimane precedenti, quanto sbattimento per dare le indicazioni ai musicisti, per stampare le locandine, darle agli amici, sentire il gestore del locale, preparare le schede per il fonico, pensare a un regalo per chi suonava, capire come registrare tutto, verificare se fare riprese video, scrivere cosa dire per presentare il Project, scrivere un comunicato stampa, mandare mail, pensare a qualcuno che faccia le foto… e in tutto questo trovare anche del tempo per pensare e provare la musica che avrei proposto io!
Ecco.
Il giorno è arrivato.
Piove che Dio la manda.
Una di quelle belle giornate in cui si preferisce stare a casa sul divano a guardare la TV, che uscire, bagnarsi, salire in macchina, restare imbottigliato nel traffico, impazzire per un parcheggio, spendere dei soldi per una tessera di un club, e alla fine restare in piedi tutto il tempo per sentire suonare un amico. Non è il giorno ideale.
Entro al Legend 54.
Decio è già lì da un po’. Da qualche minuto è arrivato anche Marco. Ci diamo una mano a scaricare gli strumenti. Vedo Stefano, il fonico, lo saluto e gli spiego come sarà la serata. Poi vedo Federico, il gestore del locale insieme a Beppe, e racconto anche a lui come sarà il tutto. Ho dato appuntamento ai musicisti alle 18 per le prove dei suoni…. Ma colpa la pioggia, forse altro, arrivano tutti a orari diversi… e prima delle 19 non si riesce a provare. Dopo poco arrivano Giancarlo e Aldo… poi Arriva Mattia e insieme a lui arriva anche Walter! Che bello vedere i propri amici che ti portano il loro sorriso entusiasta nonostante la pioggia! Arriva anche Frank. Vorrei che l’Ale fosse già al locale, ma non sa come venire prima. Michele e i Facial, arriveranno oltre le 20.00 e non riusciranno a provare. Dovranno tenere i suoni di Gianka e dei suoi Falling. Il suono in generale non è dei migliori. Stefano è troppo abituato ai volumi alti dei rockettari, per cui spinge troppo con il suo PA. Cerco di fargli capire che per l’idea della serata, dovrebbe stare al minimo… forse sarebbe quasi meglio non ci fosse alcuna amplificazione.
Alle 20.15 la prima domanda che mi mette agitazione “verrà qualcuno”? Chiamo l’Ale per dirle che non riesco a tornare a casa a prenderla e dovrà venire con la macchina dei suoi.
Inizio a sudare freddo. I tempi mi stanno fuggendo di mano.
Finiamo la prova suoni coi Falling che saranno i primi a salire sul palco. Non ho fatto in tempo a verificare se mi arrivano tutti i segnali alla scheda audio per registrare la serata. Pazienza! Lo dovrò fare durante il primo brano.
Inizia ad arrivare gente. Arrivano anche Alessandra, e Gaia, agitatissima. Forse più di me. Meno male. Quanto ho bisogno della loro presenza!
L’inizio è previsto per le 21.00, ma sono già in accordo con Gianka che ritarderemo di una decina di minuti.
Consegno a Stefano l’ultimo cd di Nick Cave da tenere in sottofondo mentre arriva gente. E la gente, gli amici, continuano ad arrivare! Nel giro di mezz’ora il locale è pieno. Questa è una buona cosa, che dovrebbe tranquillizzarmi, mentre invece mi agita ancor di più, perché ora l’esito della serata dipende solo da chi salirà a suonare sul palco del Legend.
Ah! Ho dimenticato le telecamere per le riprese! Mannaggia a me… dovevo metterne giù tre! Azz... Non faccio in tempo. Ne monto una nella zona mixer, che terrò solo a testimonianza dell’evento! Niente videoclip!
Mi agito ancor di più quando capisco che è il momento di salire sul palco e leggere l’introduzione alla serata. Che roba pomposa ho scritto, penso. E pallosa. Ma non ho la testa per andare a braccio, e qualcosa devo pur dire. Mi faccio coraggio. Dico a Giancarlo di prepararsi che si comincia. Salgo sul palco, mi presento e leggo. In fretta. Non si capirà nulla di quello che leggo. Finisco, presento Giancarlo e i suoi Fujiko e scendo dal palco.
L’agitazione non diminuisce. Cresce. Perché ora la macchina è avviata.
Tutto è in mano a chi suona e alla risposta del pubblico.
E finalmente capisco che ho puntato su dei cavalli vincenti!
Tutti gli artisti, nel bene e nel male, suonando bene o suonando male, mettono davanti a tutto la loro musica, se stessi in tutta la loro umanità! E questo il pubblico lo capisce e lo apprezza! Tutto il pubblico presente al Legend resta seduto e attento a quanto succede sul palco, e non si perde una sola nota, perché capisce che chi è sul palco sta raccontando se stesso e ci mette la sua vita, e la sua vita è ricca!
Questo è l’rdrock project. Niente fronzoli, niente mezze misure, nessun parolone, nessun grande impatto visivo o musicale, ma solo delle persone che raccontano in musica la loro vita, una vita dove Qualcosa di interessante è accaduto e che non si può fare a meno di raccontarlo agli altri!
Io salgo sul palco tra un artista e l’altro a presentare, e guardando tutti quei volti attenti e tesi a quello che succede vorrei solo dire “Grazie!” e vorrei poter dire a tutti che anche se l’rdrock project è nato da una mia idea, non ho meriti nella grandezza di quello che accade.
“Ci sono amici che non ti abbandonano… che sanno cosa cerchi, dove trovarlo e per questo ti vogliono con loro!". Ho cantato queste parole, e queste parole sono tutto quello che è stato evidente al Legend 54, anche da chi era lì per caso o era ignaro di quello che poteva accadere.
Intorno alle 24 Decio canta le ultime note. Il pubblico è ancora tutto in sala, e vedo ovunque volti contenti e sorridenti e io non posso che dire grazie a Giancarlo, a Michele, a Francesco, a Walter, a Giovanni e a tutti i musicisti che hanno suonato".


Ivo