lunedì, dicembre 12, 2016

La gestione dei rifiuti? Basterebbe un’app per un controllo automatico (con sanzioni) del servizio


L'esempio di Birmingham come modello per aumentare l'efficienza: ispettori, palmare e un meccanismo "automatico" che prevede tempi e multe all'azienda

Articolo di LARA MARTINO - Che Futuro!

Il “complotto dei frigoriferi” è stato l’ultimo caso in ordine di tempo ad aver attirato l’attenzione sulla questione dei rifiuti a Roma. La sindaca Virginia Raggi in un’intervista a Repubblica ha parlato di «una strana concentrazione di frigoriferi per le strade della capitale». Ma al di là dei risvolti più o meno fantasiosi di questa vicenda, il problema della gestione del ciclo dei rifiuti a Roma esiste. Qualche metodo per far funzionare meglio il sistema, però, ci sarebbe. All’estero, come in Italia. E secondo alcuni la chiave sta nell’esercitare un controllo di qualità sul servizio. A esserne convinto è l’ingegner Antonio Canale che dal 2000 lavora nel settore ambientale e che di Ama è stato anche consulente.

LA GESTIONE DEI RIFIUTI ALL’ESTERO
Quando nel 2000 il dottor Canale comincia ad occuparsi di ambiente, propone all’Ama di Roma di partecipare a una gara internazionale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti di una delle quattro aree in cui è divisa la capitale egiziana, Il Cairo. Dalla raccolta allo spazzamento, al riciclo, al trattamento, al conferimento in discarica. La gara viene vinta e così lui diventa direttore generale dell’Ama Arab Environment company che ancora oggi serve la metà della popolazione del Cairo, anche se la holding è passata nel 2007 a un altro gruppo privato italiano. Dal 2008 al 2011 Antonio Canale si occupa di un contratto Ama International in Bahrein. Poi chiude la sua esperienza con la società e si dedica all’attività di consulenza per conto di altre aziende ad Abu Dhabi e in Arabia Saudita. La sua esperienza all’estero, dentro e fuori Ama, lo porta, però, ad avere ben chiaro ciò che manca all’azienda dei rifiuti romani: «In Ama ci sono grandissime professionalità e competenze. Quello che manca è un sistema efficiente che vigili su chi fa fisicamente la raccolta, riportando al Comune anomalie e permettendo eventuali provvedimenti».

IL MODELLO BIRMINGHAM
Il sistema di cui parla l’ingegner Canale è attivo già in diverse città del mondo. Ma l’esempio più lampante è Birmingham: «Ogni mattina nella città inglese il Comune ha degli ispettori analoghi agli ausiliari del traffico. Sono dotati di un computer grazie al quale segnalano all’azienda i punti della città in cui ci sono delle criticità.

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