Vicino alla Stella Polare vi è un raggruppamento di stelle molto luminose e facili da individuare (soprattutto in primavera quando si trovano alte sull’orizzonte) per la loro particolare disposizione che riproduce una specie di pentolino. Si tratta di sette stelle in cui i Greci antichi avevano individuato un’orsa (in greco arctos, da cui il nome di “artico” attribuito all’emisfero di Nord) e i latini un carro le cui stelle con il loro lento ruotare intorno alla Polare ricordavano sette buoi da lavoro, ossia septem triones (da cui il termine “settentrione”): si tratta appunto della costellazione dell’Orsa Maggiore o Gran Carro.
Questa costellazione è un ottimo punto di partenza per rintracciare molte altre stelle grazie a pochi e semplici allineamenti. Ad esempio, unendo con una linea immaginaria le due stelle del bordo del pentolino più lontano dal manico e prolungando di quattro volte e mezza la distanza che intercorre fra questi due astri (detti “puntatori” o “guardie”) si raggiunge proprio la Stella Polare la quale è l’ultima del timone di una costellazione simile al Gran Carro ma di dimensioni più ridotte e formata anch’essa da sette stelle però molto meno luminose di quelle della costellazione maggiore, tanto che la sua identificazione non appare agevole (Orsa Minore). Quasi opposto all’Orsa Maggiore rispetto alla Polare si trova un raggruppamento di cinque stelle dalla caratteristica forma a “W” o “M” (un po’ distorta): è Cassiopea una costellazione molto evidente ma che non offre punti di riferimento per altre stelle.
Partendo sempre dal Gran Carro è facile invece individuare altre costellazioni e stelle molto luminose. Prolungando ad esempio il bordo superiore del pentolino e proseguendo nella direzione opposta a quella del manico si incontra Capella (la “capretta”) la stella più luminosa della costellazione dell’Auriga; dirigendosi invece dalla parte opposta a quella in cui si trova la Stella Polare si arriva a Regolo (dal latino regulus = reuccio) nella costellazione del Leone. Seguendo poi la diagonale del nostro recipiente, sempre nella direzione opposta a quella del manico, si arriva a due stelle molto brillanti, Castore e Polluce che formano la costellazione dei Gemelli. Ancora, una linea curva che prolunghi le tre stelle del manico porta ad Arturo, la stella più brillante della costellazione di Boote (o Bifolco) e quindi, proseguendo nella stessa direzione verso il basso, proprio vicino all’orizzonte, si raggiunge Spica nella Vergine.
Infine, alte nel cielo estivo, appaiono tre stelle molto luminose che formano un grande triangolo: sono Vega (in piena estate proprio sopra la nostra testa) nella Costellazione della Lira, Deneb in quella del Cigno con la sua caratteristica forma a croce e Altair nell’Aquila: esse formano il cosiddetto “triangolo estivo” che balza subito all’occhio se nella bella stagione si guarda in alto e verso Sud.
L’altra Costellazione che serve per individuare stelle e costellazioni, però solo nel cielo invernale, è Orione. A differenza del Gran Carro che è visibile per tutto l’anno in quanto fa parte di quel gruppo di stelle che non tramontano mai ma si limitano a girare intorno alla Polare (unica stella veramente fissa di tutto il “firmamento”) Orione in estate scende sotto l’orizzonte per cui è visibile solo per sei mesi all’anno, da ottobre a marzo. Nota a tutti è la descrizione che di questa costellazione fa il Parini ne “La Caduta”, la più famosa delle sue odi: “Quando Orïon dal cielo declinando imperversa, e pioggia e nevi e gelo sopra la terra ottenebrata versa, …”
Orione è una costellazione molto grande, dalla forma complessiva a “clessidra”, impossibile da non vedere rivolgendo, nelle notti invernali, lo sguardo a metà del cielo verso Sud. Le due stelle più luminose del raggruppamento sono Betelgeuse in alto a sinistra di colore rosso-arancio e Rigel in basso a destra di colore bianco-azzurro. A metà distanza fra questidue astri di prima grandezza si notano tre stelle ugualmente luminose e allineate in posizione un po’ inclinata: sono gli astri che costituiscono la cosiddetta “cintura” di Orione note anche secondo la tradizione popolare come i “Tre Magi” o il “Bastone di Giacobbe”. Prolungando la linea che unisce le tre stelle della cintura si giunge verso il basso a Sirio, la stella più luminosa del cielo sita nella costellazione del Cane Maggiore e verso l’alto ad Aldebaran, l’occhio sanguigno del Toro. Un po’ più in alto di Aldebaran si incontra l’ammasso aperto più noto: quello delle Pleiadi (da plein = navigare o da pleios = molte). Si tratta di un piccolo raggruppamento di stelle che rappresenta un buon test per la vista: normalmente se ne distinguono sei o sette, ma c’è chi ne ha contate 14. Prolungando quindi il lato superiore della Costellazione si intercetta alla sinistra Procione nel Cane Minore e alla destra Menkar nella Costellazione della Balena. Sulla diagonale Rigel Betelgeuse si rincontrano guardando a sinistra i Gemelli, mentre sulla verticale, quindi un po’ più a destra di Castore e Polluce, Capella nell’Auriga.
Fonte: http://www.cosediscienza.it/astro/13.%20COSTELLAZIONI.htm